Una delle novità più rilevanti del decreto 2024 riguarda la libertà di scelta del modello economico interno alla comunità.
Ogni CER può definire, nel proprio statuto o regolamento, le modalità di ripartizione dei proventi derivanti dagli incentivi e dai risparmi energetici.
La distribuzione può avvenire in base alla quantità di energia consumata, al capitale investito o a criteri solidaristici volti a sostenere le famiglie vulnerabili. Questa flessibilità consente di adattare il modello alle specificità di ogni territorio, promuovendo equità e coesione sociale.
Il GSE, nel suo documento tecnico pubblicato il 27 marzo 2024, ha ribadito che le CER devono presentare un rendiconto economico annuale con l’indicazione puntuale delle quote distribuite e dei benefici ambientali ottenuti. Tale documento, verificato attraverso la piattaforma GSE, costituisce un requisito essenziale per la continuità degli incentivi.
Aspetti fiscali e amministrativi della distribuzione dei benefici della CER
Dal punto di vista fiscale, la normativa vigente (a marzo 2024) chiarisce che i proventi derivanti dagli incentivi GSE non costituiscono reddito imponibile per i membri persone fisiche, a condizione che la CER non persegua finalità lucrative.
Diversamente, per le imprese o le cooperative energetiche a scopo commerciale, i ricavi vanno inseriti nel bilancio ordinario e soggetti alla normale imposizione fiscale.
Un’attenzione particolare deve essere riservata alla gestione dell’IVA: i flussi energetici interni alla comunità non sono considerati cessioni di beni, ma i contributi GSE possono generare l’obbligo di fatturazione per il soggetto referente, soprattutto nei casi in cui la CER includa partite IVA.
Molte piattaforme di gestione integrate nascono proprio per semplificare questi aspetti contabili e garantire la piena conformità normativa.
Strategie di lungo periodo
L’esperienza maturata nei primi mesi di attuazione mostra che le CER più efficienti sono quelle che adottano una visione strategica di medio-lungo termine.
Non basta installare un impianto: occorre costruire una vera infrastruttura sociale ed energetica capace di adattarsi alle evoluzioni tecnologiche e normative.
A fine marzo 2024, diverse comunità pilota stanno già valutando l’integrazione con:
- Sistemi di accumulo di comunità, che consentono di immagazzinare l’energia in eccesso e utilizzarla nelle ore di minor produzione;
- Microreti intelligenti, per gestire i flussi energetici locali in modo autonomo;
- Modelli di aggregazione tra CER, per condividere know-how, servizi e potere contrattuale con il GSE.
In prospettiva, il modello CER si prepara a dialogare con il mercato dei servizi energetici e della flessibilità, dove la condivisione dell’energia potrà diventare una risorsa economica anche per la stabilità della rete nazionale.
Una sfida di consapevolezza e governance
Nonostante la chiarezza del quadro normativo e la solidità degli incentivi, il principale ostacolo rimane oggi la complessità gestionale.
Molte comunità, soprattutto nei piccoli comuni, faticano a dotarsi delle competenze tecniche e amministrative necessarie per gestire correttamente il flusso dei dati, la rendicontazione e le relazioni con il GSE.
Per questo motivo, a fine marzo 2024, numerosi enti territoriali e associazioni di categoria (tra cui ANCI, Legambiente ed ENEA) stanno avviando sportelli energetici locali e percorsi di formazione per amministratori e cittadini, con l’obiettivo di costruire una cultura diffusa della gestione partecipata dell’energia.
Il successo delle CER, infatti, non dipende solo dagli incentivi, ma dalla capacità delle persone di comprendere e governare il cambiamento.
Una comunità energetica ben strutturata non è soltanto un gruppo di utenti che si spartisce un risparmio, ma un ecosistema cooperativo che produce valore ambientale, economico e sociale nel lungo periodo.
Conclusione
Gli incentivi GSE del 2024 rappresentano una delle politiche più concrete e lungimiranti a sostegno della transizione energetica italiana.
Grazie a un sistema di remunerazione stabile, a contributi PNRR mirati e a una gestione digitale sempre più trasparente, le Comunità Energetiche Rinnovabili possono finalmente consolidarsi come strumento reale di democrazia energetica.
La vera ottimizzazione, tuttavia, non si misura solo nei rendimenti economici, ma nella capacità di creare valore condiviso.
Quando una comunità riesce a produrre energia pulita, ridurre le spese, sostenere le famiglie fragili e reinvestire nel proprio territorio, allora gli incentivi GSE diventano molto più di un contributo finanziario: diventano motore di partecipazione e di futuro.
